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E=mc2, nobile energia creativa

lunedì 23 ottobre 2017

Ci sono strade dritte, larghe e prevedibili. A volte sono comode e rilassanti, ideali dopo un periodo faticoso.
Poi ci sono le solite vie del quotidiano, quelle che percorriamo tutti i giorni e che non ci stupiscono più .
Poi ci sono viuzze , magari strette e poco illuminate, defiliate e timide, che se ne stanno da sempre ai lati delle vie quotidiane ma che non percorriamo mai per pigrizia, per timore, per superficialità o semplicemente perché sono fuori dai nostri soliti circuiti.

Ma ci sono. Magari da tanto, o da sempre.
Ci sono eccome e ci possono sorprendere e risvegliare , ci possono far sorridere e pensare.
 Se dico E=mc2 tutti pensiamo ad Einstein. Ho provato a leggere la spiegazione ma (con buona pace della mia professoressa di fisica ) mi sono rimaste solo le parole chiave : energia, corpo, velocità. I tre concetti sono legati tra loro da un segno “uguale” .  Questa formula è un balletto in cui energia massa e velocità si danno la mano , l’una senza l’altra, si muovono in continuo dando “vita”.
Energia , corpo , velocità … potrei forse anche dire “forza, fisicità e moto” …oppure ” volontà , persone, movimento” ecco, è questo quello che fanno Giulia, Luca, Andrea, Roberta, Karin, Guido, Matteo, Giovanni e tutti gli altri , ogni giorno , quando si trovano a lavorare.
 Percorrendo una di quelle strade insolite, almeno per me, sono arrivata in un piccolo angolo di paradiso nella prima campagna fuori città .
Le foglie sono ancora verdi ma nell’aria c’è il profumo dell’umido autunnale.
C’è silenzio, calma, lunghe serre per la lavanda ormai sfiorita , e un vociare leggero ed allegro mi fa capire dove devo andare.
Pausa caffè all’Emc2 e come metto il naso dentro vengo accolta da tanti sorrisi di tutte le età , candidi e sinceri come fossero vecchi amici.
Già questo mi incanta. Mi spiazza ma mi incanta:  sono immediatamente a mio agio. Mi ritrovo con un caffè caldo tra le mani e non so da dove cominciare, dove guardare, che cosa chiedere per capire questa realtà, ma capisco che basta lasciarsi coinvolgere e guidare dai loro gesti per entrare  in relazione.
L’ambiente semplice ma organizzato è diviso in diverse aree di lavoro : il cucito, a mano o a macchina ; il feltro, rigorosamente a mano; la carta ; il legno; e l’orto. Roberta, Karin e Andrea “impastano ” il feltro colorato con acqua saponata (poco sapone mi raccomando…) sembra uno straccetto peloso ma guardandomi intorno vedo che presto diventerà un uccellino, un vaso, un portaoggetti, un cactus, un guanto…
Mi sposto e c’è Gabriele che cuce a mano allegre ed infinite bandierine colorate da compleanno . Pezzi unici, lavabili, riciclabili, indistruttibili, precisi, insoliti…
Poi c’è Matteo che con pazienza , calma e sopratutto col sorriso sgrana i fiori di lavanda per riempire sacchettini profumati dalle forme stravaganti o per ricavarne oli ed essenze da vendere a Natale. E poi ci sono Luca e i suoi aiutanti che, armati di levigatrici, puliscono giganti rocchetti di legno , poi li smontano e li riutilizzano per farne interessanti arredamenti da esterni.O strumenti musicali per le scuole. O tavoli. O poltrone. O qualsiasi cosa che la fantasia possa realizzare con legno, viti e mani esperte.
Le pareti sono tappezzate da creazioni utili e fantasiose o da prototipi in gestazione che prima o poi entreranno in produzione. I materiali che usano sono per lo più di riciclo, avanzi di altri artigiani , fondi di magazzino, materiale che se non fosse intercettato da questo laboratorio finirebbe tristemente in discarica.
                                                                                               
 Quello che mi stupisce e che mi scalda il cuore è la capacità di generare Ben-Essere e lavoro in un contesto che potrebbe ad occhi pigri e menti chiuse sembrare stonato. Qui tutti mettono le loro energie per creare con le loro mani e col loro tempo , il risultato sono giornate passate insieme ognuno coi suoi compiti , con la sua pausa caffè, con i suoi problemi e le sue fatiche ma anche con la soddisfazione di essere utile e in un posto sicuro: ed è questo mix che eleva al quadrato i primi tre elementi. Perché quello che fa la differenza sono proprio loro, le persone stesse: sono uomini e donne che scelgono di dedicare il loro tempo a un progetto che dia dignità ad altre persone che altrimenti rischierebbero di rimanere ai margini del mondo solo per quell’ odioso e inutile prefisso “dis” o ” diversamente” che già li metterebbe un gradino sotto. Qui non importa il problema che hai , qui importa che tutti i giorni si lavori insieme per produrre pezzi meravigliosi e unici, fantasiosi e utili, sempre nuovi e insoliti. Qui importa il rispetto reciproco, l’ordine e la pulizia, l’esserci con tutto se stessi per quel che si è , e sempre, immancabilmente col sorriso . Qui importa avere rispetto perché lo si è guadagnato col proprio impegno cucendo festoni o guidando carriole. E, vi assicuro, non si può non rimanere contagiati dalla serenità che si percepisce nonostante gli ostacoli che come tutti incontrano nel quotidiano.
                                                                                                
 Io ci sono tornata tre volte. Per ora. Ho tre uccellini di feltro in lavorazione da ritirare. Per fortuna la strada di campagna non mi è più sconosciuta e so dove andare a cercare questo piccolo paradiso terreno, pieno di progetti e difficoltà , ma speranzoso e ottimista, come le api che Luca fa vedere ai bambini d’estate mentre lavorano incessantemente per il miele (ovviamente di lavanda! ). Questo piccolo paradiso dove l’imperfezione è d’obbligo diventa risorsa e ricchezza per tutti.
A malincuore risalgo in macchina, la radio si accende col motore e il Tg tenta di distrarmi con le sue notizie lontane, come fossero davvero la mia realtà. Spengo subito. Voglio ancora assaporare le voci allegre che si allontanano , il profumo di umido, le galline che chiocciano di fianco all’orto.
Mentre medito su questa esperienza cominciano i semafori e i supermercati, l’aria di città mi fa pensare che vorrei aiutarli a trovare un posto in centro per la loro tradizionale vendita di Natale, sperando li aiuti a farsi conoscere e lavorare di più. Poi rifletto , e forse è meglio che continuino a restare in campagna per proteggere e mantenere i loro ritmi umani e profondi lontani dai passi cittadini frettolosi spesso chiusi in se stessi .
 Insieme ai miei uccellini in lavorazione anche un pezzetto di cuore è rimasto lì .
Me lo verrò a riprendere presto.
Anzi lo lascerò sempre lì così da tornarci più spesso per imparare da loro come essere io “diversamente” Benedetta, più aperta, più sorridente, più sincera, più allegramente imperfetta.
 Per info : Cooperativa Sociale emc2 onlus
www.emc2onlus.it
g.storiales@emc2onlus.it
a.testi@emc2onlus.it
P.S. state pur certi che appena apre il temporary shop di Natale vi avviso, e se non siete di Parma potrebbe essere una buona occasione per un piatto caldo di cappelletti e acquisti natalizi davvero speciali!!

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