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Paola e Daniel, habitus vivendi

lunedì 1 aprile 2019

Il latino ha il dono della sintesi e della completezza. Guardate qui:

Habitus : sost. masch. IV declinazione
significati: aspetto esteriore; condizione; carattere; abbigliamento; atteggiamento; disposizione d’animo

Vivendi : gerundio presente di Vivere
significati: vivere; essere in vita; sopravvivere; durare nel tempo; nutrirsi; vivere un particolare tipo di vita; stare; restare acceso.

Come lo traduciamo “habitus vivendi” ? Abito da vivere?…troppo poco…non esatto e banale…ma adesso che sappiamo i significati di queste due bellissime parole o le lasciamo in latino e ne percepiamo il senso, come la brezza che accarezza la pelle, o andiamo da Paola e Daniel e, senza traduzione, diventeranno parte di noi.

Il loro studio sembra nascondersi nel dedalo ordinato di un quartiere di periferia.
Dico “sembra” perché ci sono molti sensi unici ma l’indirizzo è esatto e c’è anche la targa fuori. Non lasciatevi ingannare dal tranquillo condominio un po’ datato, o dalla porta che ricorda quelle della mia infanzia…quando la richiuderete alle vostre spalle sarete avvolti dalla tranquillità del bianco e dall’accoglienza dei loro sorrisi. C’è un Kaos ordinato. E non intendo affatto disordine o confusione, ma piuttosto la percezione di un posto dove le idee, nascono, levitano (senza la i), maturano, lievitano ( adesso si, con la i) e infine prendono forma vestendosi di legno, vetro, metallo, ceramica, colore…e, perché no, stoffa.
Anzi , canapa.
Purtroppo oggi la canapa ha solo un significato controverso, ma fino a non molto tempo fa nelle campagne era coltivata e utilizzata con arte e maestria, per ricavarne un filato dalle tante proprietà benefiche ora dimenticate : morbida e resistente, mantiene il fresco d’estate e il caldo d’inverno, è antibatterica, è traspirante e filtra il 95% dei raggi UV. Senza contare che la coltivazione non richiede naturalmente pesticidi, non erode il terreno e anzi, alternata ad altre coltivazioni, lo arricchisce di azoto.
“What else?!” direbbe George.
Ecco che Paola e Daniel catturano una delle tante idee fluttuanti nel loro studio e decidono di creare un tessuto e un abito che indossato ci facesse stare bene, non solo perché traspirante e antibatterico ma perché conducesse alla nostra pelle e al nostro spirito tutta la benefica catena di mani e lavoro che servono per confezionarlo. Chi indossa questa camicia/abito avrà contribuito al benessere del pianeta con la coltivazione biologica che dà lavoro a tante persone; avrà contribuito a mantenere vitale l’attività di piccole ma qualificatissime imprese italiane che lavorano, filano, tessono, cuciono e tingono senza recare danni all’ambiente, ma benessere e lavoro in chi crede ancora fortemente al valore del lavoro onesto.
Se indosso questa veste indosso uno stile di vita, che ha già fatto bene prima di me e che attraverso il mio star bene può produrre ancora energia positiva: fosse anche solo il mio sorriso soddisfatto, sarebbe comunque un sorriso in più nel mondo!

Ormai rischiamo di addormentare i nostri sensi diventando ciechi e sordi a materiali forse poco costosi ma spesso scadenti e magari dannosi. Così come ci abituiamo allo smog, ma tutti stiamo meglio in riva al mare o a toccare il cielo con un dito sul sentiero di montagna nel weekend, qui possiamo portare aria pura semplicemente vestendoci di natura, direi di purezza. Come gli occhi dei bambini che non sono ancora inquinati dai preconcetti ma ci vedono e ci sentono benissimo.

Il sito “mindthedress.com” vi spiegherà ancora meglio , ma se avete l’occasione vale la pena conoscerli e approfondire con loro questa nuova avventura che sta dando i primi frutti oltre le mura di questa stanza, oltre i confini della provincia e dell’Italia, e anche soddisfazioni a loro e a chi si veste dell’ “Om” stampato discreto sul polsino, un richiamo a quel suono primordiale, completo e avvolgente, in cui si immagina sia avvenuta la creazione.

“What else?!”  dico io!

 

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