Riflessioni

La foresta che cresce.

lunedì 16 novembre 2020

Come quando si riprende a correre dopo lunga immobilità sgranchisco le dita sulla tastiera e i pensieri nel cuore.
Meditando sul “e io cosa posso fare?” ho deciso di cominciare da qui. Da quelle vite vere e intense raccontate qui e stampate su Homo Faber esattamente un anno fa, quando il futuro sembrava promettere scenari ben diversi da quelli che si sono avverati.
Proprio adesso, affaticata da questo tempo pieno di ombre, fatiche e incognite ho avuto un moto di stizza, mi sono resa conto di milioni di piccoli passi coraggiosi che resistono, reagiscono e non si lasciano abbattere nonostante tutto. Allora, per giustizia e rispetto al loro lavoro e per dare un potente segnale di speranza voglio ascoltare e riferire come stanno vivendo questi giorni.

L’essere umano è curioso spesso cerca con perseveranza la felicità come le mosche cercano la via di uscita sbattendo ostinatamente contro il vetro, quando invece l’apertura è li di fianco. Vuole il piacere e il godimento ma è attratto dal dramma, dal dolore, dalle lamentele, da tutto ciò che ci impedisce di raggiungere la meta tanto desiderata. A volte sembra quasi gli piaccia questo brodo di scontento. Mi chiedo perché. Forse dà la scusa per sedersi, sentirsi vittime e dare la colpa agli altri e pretendere che siano loro a tirarlo su. Forse ha paura di raggiungere un benessere che poi potrebbe mancare. Forse non sa bene che felicità vuole e, nell’attesa, brontola  girando in tondo sempre sui suoi soliti passi. Chissà…fatto sta che alzare lo sguardo dalle punte dei propri piedi gli permette di scoprire panorami e sguardi pieni di Bellezza e troverà gioia o, meglio ancora, serenità.
Ecco, gli artigiani di Homo Faber e tante altri come loro, sono questi sguardi e questi panorami.
Nelle loro giornate c’è una lotta continua per vivere (non sopravvivere) questa situazione ma l’amore e la passione per la loro missione alimenta il loro coraggio. So che sono stati colpiti anche duramente dagli ultimi eventi, ma c’è una forza in loro che non gli permette di fermarsi e invece aiuta a sopportare il dolore dando un senso comunque all’oggi e al domani. Io nel mio piccolo mi sento coraggiosa a raccontare adesso storie in fondo positive: senza nascondere le ombre e le incognite cercherò di dare lo stesso concreto rilievo anche alle luci e alle certezze che questi homini e dominae faber conquistano per tutti.
Altri sapranno parlare dell’albero caduto con fragore, io vorrei puntare il dito sulla silente foresta che cresce.
Vorrei rompere la corteccia dura di questo inverno e riscoprire il sorriso stupito di una gemma che fa capolino, sarà una foglia e poi un ramo…farà ombra, ci si appenderà un’altalena o magari un pettirosso ci farà il nido.
Ogni volta che queste persone saranno apprezzate quella gemma avrà nuova linfa e il tronco, sotto cui anche noi siederemo a riposare, sarà più forte.
Ogni volta che ne daremo risonanza saremo contagiati dal loro esempio trovando nuove energie quotidiane.
Ogni volta che li racconterò so già che sarò una persona migliore.
Io vado, presto il primo virgulto!!

 

 

 

  1. Ogni volta mi emoziono…saperti così vicina a noi, mi aiuta a cercare con ancora maggiore convinzione la via giusta per uscire da questo difficilissimo momento…grazie infinite

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