Narrazioni | Riflessioni

Low profile

mercoledì 27 marzo 2019

Ci sono giornate così.

Ti svegli al mattino e già capisci che butta male: potresti stare a letto di più ma gli occhi si aprono  mezz’ora prima della sveglia. Come i bambini che in settimana non si alzerebbero mai ma il sabato e la domenica sono più mattinieri del gallo nel pollaio. Vispi e allegri loro hanno una gran voglia di giocare. Per te di grande ci sono le occhiaie che adombrano il tuo sorriso, mentre speri che il caffè faccia il suo dovere.

Mi alzo troppo presto ma per riempire il vuoto mi viene voglia di impastare. Preparo gli ingredienti ma sento subito che la farina non risponde come vorrei. Forse perché è tanto che non lo faccio, penso. Insisto, impasto…ma no, non è simpatica, fa niente,ormai ho cominciato e procedo. Lascio lievitare, vedremo. Esco per un appuntamento ma non ho le monete per il parcheggio. Allora mi viene lo scrupolo e prima di investire per niente 2 euro chiedo se la persona c’è. Infatti no. Imprevisti l’hanno trattenuta e non si sa quando potrà…Allora decido di fare la spesa che però volevo fare a cavallo del pranzo quando c’è meno confusione. Vabbè, mi toglierò lo sfizio di un paio di pantaloni nel negozio a fianco del supermercato, cosi passo da casa per cambiare le calze troppo pesanti. I pantaloni ci sono, anche scontati…li provo ma davanti allo specchio ho una crisi di identità. Ma perché li ho provati?? Rapida per non imprimere il ricordo di quella visione rimetto tutto a posto e penso che in fondo ho risparmiato qualche euro e mi consolo soddisfatta. Al supermercato non c’è il caos che temevo, ho la lista e trovo tutto ma al rallentatore: ho provato a cambiare negozio e giro come un oca tra gli scaffali. Mi annoia fare la spesa, fuori c’è il sole e chissà se la pasta lievita…

Torno a casa. Lavatrice da stendere e lavatrice da ricaricare. Routine.

Alzo la ciotola e la pasta è li, sembra fiera, materna, morbida e gonfia pronta per i miei fagottini salati. Invece la lavoro ed è un pochino addormentata, restia a collaborare…ignoro il problema è faccio le palline: in fila ubbidienti diventeranno qualcos’altro. In queste giornate col vento di traverso ho capito che non posso programmare molto. O meglio, fingo di non programmare, mi fingo distratta, pavento indecisione ma dentro di me so che metterò tonno olive e mozzarella. Solo che il destino non deve saperlo: potrebbe nascondere il tonno, rovesciare la mozzarella o che so, finire le olive che ieri erano assopite in frigo.

Stendo, piego, ripongo biancheria, poi carico lenzuola e salviette e via un altro carico. Faccio i fagottini e pare davvero che il destino si sia distratto.  Mi vengono anche delle focaccine dolci alle mele. Comincio a rilassarmi. E qui sbaglio. Infatti fagotti e focaccine sono buoni ma poco farciti così che mangiandoli la bocca e la pancia si riempiono di carboidrati appena appena saporiti. E pensare che li ho anche regalati a sorpresa per il pranzo. Dovevo capirlo: oggi non è giornata. Allora torno a casa e decido di scrivere. Anzi, prima, dai!, accendo la radio e cerco una stazione nuova! Ma niente da fare: tra tasti reset menù mode e display non la trovo. Penso che il silenzio non è poi così male.Mi impangono bene con i miei prodotti da forno (così imparo a incaponirmi) e apro il pc. Nemmeno lui collabora. Non si apre il programma. Non si avvia Google. La chiavetta USB va a rilento e non riesco a scrivere. No problem. Prendo il tablet con la tastiera. Ma non posso aprire Meraki, non è tra i preferiti (ma come??) e non ricordo la pw.  Si, lo so, un millennials non avrebbe avuto problemi, ma io sono qui, sola, e sopratutto sono del ’67 ahimè. Ok. Voglio scrivere. L’ultima chance è il telefono. Sono del Toro, e in quanto tale, testarda. Apro lo smartphone e apro Meraki. Così su questa tastiera lillipuziana digito lettere e cancello parole ogni tre per due, ma fuori c’è il sole, gli uccellini cantano, i fiori sbocciano e le lavatrici sono finite (5!!) e mi piace vedere da lontano questa giornata che tra buche e imprevisti non è stata poi così sbagliata: i fagottini possono migliorare e chi li ha mangiati non ha sofferto poi tantissimo; la biancheria è pulita; io sto scrivendo…e visto che ho comunque capito che non è il caso di lanciarsi grandi imprese programmo uova al tegamino per cena e finalmente accetto il mio karma: mi dedico al rammendo . Low profile.

 

  1. Ci sono tanti modi di dire per esprimere quanto hai scritto e tra tutti ne scelgo uno
    ” mal comune mezzo gaudio”. E’ proprio vero quando la giornata inizia storta meglio lasciarla andare come vuole ma è altrettanto vero che a volte un incontro inatteso o un sorriso gratuito capovolgono la situazione e tutto inizia a girare nel verso giusto. Grazie per avermi fatto sorridere.
    Marzia

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