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Mini post n.2 Ritorno al futuro

giovedì 1 settembre 2016

Non è stato facile ma alla fine siamo partiti. Siamo ritornati due , abbiamo cominciato così e così continuiamo. Due quinti della famiglia salgono in macchina e con la scusa di andare a far compagnia al nonno ci prendiamo pochi giorni di montagna per rinfrescare il corpo e rinfrancare lo spirito. Percorrendo le strade fatte mille volte i miei pensieri scivolavano in silenzio, e mi rendevo conto, con insolita consapevolezza, che i genitori sono prima di tutto persone singole coi loro sogni, desideri, debolezze, fatiche, pensieri, ricordi..e che adesso avevamo, avevo l’occasione per recuperare i nostri spazi, il mio spazio, senza sentirmi annullata nelle necessità altrui, ma al contrario realizzata, conscia di aver terminato una parte del mio servizio che ora prende nuove forme. Il silenzio in macchina accompagnava senza imbarazzo le nostre riflessioni e il panorama dal finestrino aveva nuova luce e nuovi colori. Ho perfino notato scorci mai visti prima essendo sempre presa ad ascoltare la loro musica (quella dei restanti tre quinti), a pensare cosa avevo scordato a casa, a giocare al gioco degli animali o a fotografarli mentre dormono tutti stanchi dei vari campi appena conclusi, di cui sapremo solo una piccola parte, perché il vissuto ha una componente che non si può raccontare ma solo condividere con chi c’era. Scaricare le valigie non è mai stato così veloce, e la casa ci accoglie senza schiamazzi : ci basta il caloroso saluto del nonno per farci stare bene.

È mattina presto. Il meteo ci regala un cielo blu senza nuvole, una rarità in questo paese il cui nome richiama alle pozzanghere! Il parcheggio della funivia è semi deserto nonostante il mercato e siamo pronti con pochi altri per prendere la prima corsa dell’ impianto. Osservo i nostri compagni di viaggio : alcuni, più giovani, ci ricordano il energie e fatiche ormai passate ; altri più ageè ,ma comunque energici , ci prospettano il futuro. Quest’anno va di moda la bici con la pedalata assistita e gruppetti di varie provenienze si scambiano esperienze e consigli buttando qua e là con nonchalance imprese eroiche personali. Poi ci sono gli stranieri. Li riconosci dal colore della pelle dei polpacci: bianchi tendenti al grigio, altri persino trasparenti, ovviamente con un bel segno del calzino , possibilmente grigino o marroncino, appena sopra la caviglia.

Il panorama è , come sempre, mozzafiato . L ‘aria frizzante. Il verde brillante. Le rocce chiare giocano con la luce e le ombre del mattino disegnano spazi profondi e lontani come le quinte di un teatro : si potrebbe stare qui tutto il giorno ad ammirare. O camminiamo per scoprire nuovi orizzonti? Dieci minuti di sentiero e davanti a noi si apre un’altro panorama: una distesa di krapfen appena fatti..ancora caldi: il profumo diventa ossigeno, sarei a dieta ma chissenefrega! Facciamo a metà, metà sensi di colpa. In realtà il gusto non è all’altezza dell’ aspetto , ma mentre mastico piano con lo zucchero sul naso mi viene regalata una scena bellissima. L’anziano gestore del rifugio è un nonno con un esserino che pieno di energia spinge sulle gambine per mettersi in piedi. Il nonno ha il grembiule da lavoro, ma le mani grandi e forti adesso servono per sostenerlo con forza e ammortizzare i suoi slanci con delicatezza. Sopra di loro , su una tettoia di legno, due cani pastori dal pelo arruffato e l’aria simpatica da osteria, vegliano sul cucciolo d’uomo, e forse anche sul padrone ! Penso a quanto amore avvolge questo bambino, e gli auguro di avere foto per ricordare e conoscere questi momenti, per fargli sapere la cosa più importante per un essere umano : sapersi amato. Per fargli vivere il senso della vita : amare a sua volta! E io ringrazio per tutto l’amore ricevuto, sperando di aver saputo anche darne.

Due giorni e ci raggiunge Mignon. Partirà a breve per un lungo viaggio. Ci vuole coraggio. Per questo , prima di partire , bisogna avere sicure le proprie radici. Le fronde poi potranno crescere e librarsi nel cielo senza temere sole o temporali.
Anche a lei piace camminare . Scarponi, zaino e sudore sono il nostro modo di respirare la montagna e anche se il sentiero l’abbiamo percorso tante volte la Bellezza dei posti non ha tempo. Camminiamo insieme e non è cosa da poco considerato che le sue gambe hanno trent’anni di meno ma sopratutto perché ormai arriva il momento di voler camminare da sola, o meglio, non con noi, o almeno raramente, e tenere il suo passo chiacchierando è una gran soddisfazione! Non siamo poi così vecchietti!! Ho imparato a gustare il presente , solo così non avrò rimpianti , ma vita vissuta, solo così salutarla prima del suo viaggio avverrà a tempi maturi, solo così la partenza non sarà un rifiuto ma una tappa del nostro cammino.

Marmottina ci saluta buffa e irriverente, e le nostre bandiere sventolano libere su un panorama meraviglioso memori di un tempo che qui vide e visse un’orribile guerra: mai più.

To be continued…

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