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Saverio, sorsi d’erbe.

lunedì 9 settembre 2019

Bisognerebbe sempre non avere aspettative e lasciarsi stupire.

Si eviterebbe la fatica di deporre la lente distorcente che abbiamo sempre pronta per valutare ciò che magari nemmeno conosciamo.
Lo ammetto: io avevo aspettative.

Chi mi ha parlato di Saverio è un noto ristoratore della zona che me l’ha indicato come uno “davvero speciale”. Il nome poi che si è scelto per la sua attività è un bellissimo gioco di parole, forse ironico, sicuramente d’effetto: Mistico Speziale. Mistico richiama allo spirito, ma lo spirito è anche l’alcool…speziale sa di arte antica, di studio e tradizione, di conoscenza e,quasi, medicina nel senso di cura, perché no, anche dello spirito.. con tutti questi pensieri un caldissimo mattino di luglio vado a scoprire chi è Saverio immaginando stanza fumose e alambicchi, camici bianchi e profumi inebrianti, nella mia ignoranza una specie di Mago Merlino del 2019.

Espatrio nel limitrofo comune di Reggio percorrendo l’antica via Emilia che resta trafficata da più di duemila anni, mentre le case di campagna che ci si appoggiano sono ormai disabitate sostituite da negozi e distributori di benzina. Oltrepasso la città e mi ritrovo in campagna. Le case qui sono abitate e curate, bei giardini, alberi da frutta, fiori…e il silenzio del caldo che, come la neve, assopisce tutti i rumori.
Saverio mi apre il cancello e non c’è traccia di torri merlate o cappelli a punta stellati, ma un giardino ombreggiato, un orto di erbe profumate, e, sopratutto, un sorriso garbato.
Capisco di avere gli “occhiali” sbagliati e che forse più che guardare qui è importante ascoltare e gustare la storia. Saverio è cresciuto in questa terra, ha giocato sotto questi alberi, ha appreso dai nonni e dalla tradizione del posto come usare ciò che la Natura donava spontanea, perché nulla fosse sprecato e perché in ogni foglia può esserci un buon segreto. Continuare gli studi in questo campo (parola più che mai adatta) è stato assolutamente… naturale! Così la passione e l’interesse sono cresciute piano come le piante del suo giardino, hanno trovato un buon terreno nutrito dalla voglia di fare qualcosa di nuovo, di sperimentare nuovi abbinamenti e di poter offrire tradizione e novità anche in un sorso e in un profumo.

Così comincia la sua avventura che si rivela vincente. Se andate a visitare il suo sito, http://www.misticospeziale.com/ ,  vi fate un’idea di tutto ciò che è in grado di fare, ma è qui, in questa pace, con le sue garbate parole, ascoltando e osservando come racconta i suoi elisir, i suoi amari,i suoi liquori, i suoi rosoli ,e sopratutto il suo Gin di cui va particolarmente fiero. E’ qui che si assapora quel quid in più che li rende “davvero speciali” come mi aveva anticipato il ristoratore.

 Adesso capisco. E come sempre quel quid è la passione, il motore che lo sostiene in questa scelta che porta avanti da solo: dalla coltivazione all’ essiccazione delle erbe, dalla macerazione all’infusione, fino alla distillazione di gocce alcooliche e zuccherine dai colori caldi e dal gusto intenso. Dietro ad ogni etichetta, pensata e disegnata con cura e applicata a mano come ultimo gesto di una lunga catena di premure, ci sono giorni e mesi di lavoro in compagnia di menta ed elicriso, di noci e liquirizia, di luppolo e zenzero… E niente torri merlate ma un laboratorio ordinato con attrezzatura splendente, moderna ed efficiente perché la Natura non ha è complicata, ma precisa e attenta sì. Niente cappelli blu a punta ma studio e sperimentazione, competenza e fantasia.
Con le mie aspettative in frantumi, svanite come nebbia al sole, me ne torno a casa con una storia semplice in tasca , dove semplice non è sinonimo di banale o facile, ma significa una storia e una vita lineari che hanno trovato nel passato la direzione al loro futuro; dove i gesti noti possono essere anche faticosi ma portatori di cose buone; dove semplice vuol dire fatto bene, con attenzione, con cura e con amore. Sì, perché lo sguardo azzurro e timido di Saverio guarda e racconta con soddisfazione le bottiglie in esposizione, e si scioglie alla mia curiosità di capire e sapere come si arriva a quelle gocce così speciali, così che mentre racconta o mi mostra le sue erbe quasi pronte all’infusione sembra recuperare anche lui la consapevolezza che sta facendo qualcosa di speciale.

Senza la mia attenzione le case sulla via Emilia si mescolano ai benzinai, mentre io ripenso a quel giardino, a quell’orto francescano di foglie prima anonime che adesso hanno nome e proprietà; ripenso a quei contenitori di acciaio splendente in cui il tempo fa la sua naturale magia…ripenso a Saverio e al suo garbo , e quando la sera assaggerò e offrirò uno o l’altro dei liquori che ho preso, il mio spirito lo ringrazierà per aver regalato un altro piccolo piacere ai miei ospiti e alla mia giornata!

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